Difficile parlare del proprio genitore senza cadere nella retorica e forse interessata rappresentazione dei fatti, ma, con un serio tentativo di oggettività, speriamo riuscire a spiegare l’uomo, il marito, il padre, l’amico, il militare, il commerciante ed il politico, persona gioiosa ricca di risorse che ha lasciato un ottimo ricordo tra tutti coloro che lo hanno conosciuto.
Nato a Bovalino il 4 marzo 1920, figlio unico di Domenico e Nastasi Maria, cresce nel commercio del tempo; il piccolo negozio della madre e il commercio del carbone del padre i quali, per farlo studiare, lo iscrivono nel collegio dei Salesiani di Soverato che lui, molto irrequieto, dopo poco tempo lascia.
Molto amante del calcio, fa parte della Bovalinese dell’epoca giocando come terzino ed è rimasto molto famoso per un capolavoro di autogol. Spirito molto patriota, è stato inevitabile il suo incontro con il regime fascista. Da giovane, infatti, è stato un istruttore dei giovani Balilla a Bovalino. Scoppiata la guerra, è stato chiamato alle armi nel 1939 ed inviato al fronte in Grecia come radiotelegrafista, chiamata che accettò con convinta passione di servire la patria. Sette anni lontano da casa, rientro in Italia, resa dell’8 settembre non gli hanno fatto cambiare idea sul fascismo e sulla patria e, nella sincera convinzione di essere dalla parte giusta, si arruolò nella repubblica di Salò ben sapendo dei rischi che correva e dell’assoluta mancanza di convenienza personale, in quanto in quel ruolo gli venivano garantiti solo i pasti e nessun altro beneficio. A guerra persa, per sopravvivere, è stato nascosto da contadini veneti che, oltre a dargli da mangiare, lo hanno salvato, forse, da una fine cruenta durante la guerra civile.
Ritorna a Bovalino nel 1946, dove apprende la notizia di avere perso il padre, a cui era molto affezionato, morto per cancrena nel 1944. La madre, invece, gli aveva conservato le tredicimila lire che lui, poco per volta mensilmente, aveva accumulato mandando a casa dalla Grecia, parte del mensile da militare Italiano. La povera mamma non aveva comprato (proprio per dodicimila lire) l’immobile, acquistato dopo dai discendenti, perché, diceva, quando torna Ciccio con quei soldi metterà su un commercio. Ebbene si, il commercio lo ha veramente messo su ma con quei soldi, colpiti dalla fortissima svalutazione post bellica, comprò appena una damigiana di olio da venti litri al mercato parallelo.
Inizialmente il commercio intrapreso è stato dedicato alla frutta e verdura, e già da li ha espresso al meglio la sua creatività ed innovazione: espositore a mezza luna sul marciapiede per i prodotti, acquisti di meloni ed angurie da Brindisi con i vagoni ferroviari, l’altra frutta dai mercati generali di Reggio Calabria, frutta secca dalla ditta Noberasco e slogan pubblicitari, famosissimo Avvenire lieto e sano con la frutta di Marzano nonché, per le verdure, acquisti dai migliori contadini locali, ed al commercio affiancò il Totocalcio, offerto dalla Sisal, fin dal suo primo concorso nel 1946.
Nel 1961, con un finanziamento di 4 milioni erogato dal Mediocredito Centrale di Milano e con il fondamentale apporto della moglie Elvira Verzaro (ineguagliabile gestore), aprì il primo vero supermercato di tutta la Jonica e forse anche della provincia, il Baby Market Salumi e Formaggi, in un locale di settanta metri quadri e disponibilità di due carrelli che all’epoca suscitarono grande interesse. Primo in assoluto in zona a vendere i surgelati, i prodotti Aia non ancora commercializzati nelle macellerie, le mozzarelle Gioiella dalla Puglia, spedite direttamente e consegnate giornalmente con il treno, i prodotti Fini da Modena, il super provolone Auricchio da Napoli, la mortadella gigante, il parmigiano reggiano ventiquattro mesi sceltissimo, i prosciutti crudi Parma e San Daniele, il cotto senza conservanti, i salami Negroni e la pasta Martelli che negli anni ’70 costava quattromila lire al chilo. La soddisfazione, poi, di vedersi una mattina comparire in negozio Gennaro Auricchio, titolare dell’omonima ed oggi famosissima ditta, sceso direttamente da Napoli per conoscerlo in quanto, allora, unico cliente della provincia.
Da giovane è stato calciatore e successivamente si è sempre interessato come dirigente della Bovalinese, che amava con tanto sentimento fino ad essere colpito, in modo molto grave, da ictus cerebrale sulla tribuna mentre assisteva alla partita. Dedito al sociale, partecipava attivamente a tutte le attività di svago e beneficenza che venivano organizzate all’epoca (la befana per i bambini poveri per citarne una) e poi la sua grande passione, la politica. Da patriota, come era cresciuto e vissuto, è stato sempre del MSI, sempre candidato alle comunali e mai eletto, ma sempre in prima linea anche con comizi ed attività varie, è riuscito a far venire a fare comizi a Bovalino tutti i deputati dell’allora MSI, di cui era molto amico (Aloi, Valensise, Tripodi, Meduri, Barbaro, Ciccio Franco, ecc.) ed anche Pino Rauti e Giorgio Almirante in tempi in cui non era facile essere da quella parte. Lui è riuscito a farlo perché tutti, avversari per primi, gli volevano bene e lo rispettavano per la sua coerenza, i suoi comportamenti ed il rispetto che lui portava ai suoi antagonisti politici.
Aveva ancora un’altro culto, l’amicizia e la famiglia, e per questo si è fatto volere bene da tutti i parenti e da tutti i paesani e non. Muore, ancora giovane a 61 anni, per un tumore al colon il 4 novembre 1981.
In occasione del 40° anniversario del primo torneo di calcio a lui dedicato pubblichiamo alcune foto e la registrazione di un suo comizio per le elezioni amministrative che rappresentano al meglio la personalità di Ciccio Marzano.
Mimmo Marzano
Per Circolo Mocta Bubalina
Sezione Ricordi dell’Associazione
Fondazione Ciccio Marzano